L'Algoritmo

per l'apprendimento della matematica

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Una breve descrizione dei vari disturbi dell'apprendimento che impattano nello studio della matematica ...

prima di accedere all'Algoritmo


“L’Algoritmo” è una proposta per lo studio della matematica rivolta agli studenti, dalle elementari al liceo, che manifestano semplici difficoltà o veri e propri disturbi dell'apprendimento.

La matematica è una materia oggettiva, apparentemente impersonale. 

Il risultato di un esercizio, "giusto" o "sbagliato", permette di giudicare l’abilità dell'esecutore, il metodo di studio e l’intuito, tutte valutazioni riguardanti la sfera personale e soggettiva e che hanno un forte impatto emotivo.

Io agisco sulla didattica per favorire l'apprendimento.

Il raggiungimento degli obiettivi da parte dei miei studenti agisce sulla loro autostima.


Parto dalle caratteristiche dello studente andando ad individuare i meccanismi che non sono chiari nell’esecuzione di un esercizio ed agendo in modo mirato.

Per ciascuno può essere tracciato un percorso di apprendimento che faccia leva sulle capacità o le nozioni già apprese in modo da permettere di affrontare i problemi partendo da basi più solide.

Questa impostazione ha molta più evidenza nei ragazzi che hanno disturbi specifici dell’apprendimento, conosciuti con l’acronimo DSA, che presentano disturbi dell'apprendimento non verbale, DANV, o ancora ADHD, che manifestano fragilità nella memoria di lavoro e nelle funzioni esecutive.

Penso anche a quegli studenti che non hanno difficoltà con la materia ma sono impegnati nello sport. Devono ottimizzare il lavoro in modo da renderlo efficace e preciso in breve tempo. Per fare questo hanno bisogno di una guida per imparare a sintetizzare ma soprattutto per concentrare l’attività sui singoli argomenti da migliorare.



Perché?


Perché ho scelto come nome "l’Algoritmo"?

Perché il meccanismo con cui lo studente apprende una materia come la matematica è tanto complesso quanto il più sofisticato degli strumenti.

Quindi è necessario da parte di chi insegna conoscere a fondo le attitudini della persona, le sue difficoltà o i disturbi che presenta nello studio, saper spiegare la materia che si vuole condividere in molti modi differenti per avere l'approccio più adatto al fine di superare al meglio le prove scolastiche.

Ma lo stesso meccanismo di apprendimento è altrettanto semplice quanto gli input di cui necessita e gli output che restituisce.

Infatti dando attenzione,  cura, dedizione e gratificazioni otteniamo impegno, tenacia e risultati scolastici soddisfacenti.


Perché il cubo, perché questo simbolo?

Perché pur vedendo soltanto tre facce di una figura sappiamo che c'è ancora molto dietro, di nascosto. Vi sono altri colori ancora da vedere, conoscere e valutare. Altri spigoli e altre sfaccettature. Come in ogni individuo ci sono caratteristiche che si vedono immediatamente e altre che si scoprono con il tempo osservando da un'altra angolazione o da un'altra dimensione. 

I Disturbi dell’Apprendimento riguardano ragazzi con un quoziente intellettivo nella norma o talvolta anche superiore che manifestano fragilità più o meno gravi in uno o più settori dell’apprendimento.


Sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, i DSA, quali dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia, il Disturbo dell’Apprendimento Non Verbale, DANV, conosciuto anche come Disturbo dell’area visuo spaziale, e l’ADHD, il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.


Possono comparire spesso insieme e proprio per questo si parla di Comorbidità.


Negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante nell'ambito della diagnosi. 

Il sistema scolastico è sempre più in grado di sostenere gli studenti che presentano questi disturbi ma c’è ancora molto lavoro da fare.

I nostri giovani sono costretti a confrontarsi con programmi didattici sempre più complessi e con il procedere degli anni devono essere aiutati agendo con strategie individuali che sostengono il loro percorso di apprendimento. 

Sono stati individuati alcuni strumenti compensativi in grado di facilitare l’apprendimento e misure dispensative che sono permesse dai docenti e dagli istituti secondo specifiche direttive.


Il Tutor dell’Apprendimento è in grado di sostenere gli studenti nel loro percorso.

Io mi occupoi principalmente di matematica, sostenendo  i ragazzi con diversi tipi di problemi, dalla difficoltà nella lettura del numero alla mancata valutazione della numerosità, dall'apprendimento dei fatti numerici alle difficoltà di incolonnamento, dall’organizzazione dello schema risolutivo alla gestione dei tempi e modalità di studio. 

In questo percorso tengo in considerazione le Funzioni Esecutive con particolare attenzione alla Memoria di Lavoro.


Per questi ragazzi è utile avere una valutazione dettagliata dei disturbi, una sorta di mappa all’interno della quale il tutor è in grado di muoversi per favorire l’uso delle competenze e aggirare le mancanze. Questo è un lavoro che richiede tempo, costanza, pazienza e impegno.


La diagnosi non è una scorciatoia per accedere ai mezzi compensativi o per concedere misure dispensative e non è nemmeno un’etichetta con la quale temere di essere marchiati.

La diagnosi è il primo passo per aiutare lo studente che a quel punto dovrà mostrare volontà e capacità.


Il tutor non è un medico e quindi non può fare diagnosi ma deve essere in grado di leggere una diagnosi proprio per orientare in modo costruttivo l’apprendimento.

Il tutor non è un insegnante costretto a seguire un programma, anche se deve comunque conoscerlo in modo approfondito e poterlo gestire al meglio. Il suo lavoro consiste principalmente nel rendere autonomo lo studente affinché con il tempo possa essere indipendente nel seguire il programma di lavoro basandosi su una strategia personale ed efficace.